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14 giugno 2023 - ore 09:36
BILANCIO SOCIALE 2022
Nello scrivere queste brevi note introduttive al bilancio sociale 2022, mi sono trovata a ripercorrere gli eventi internazionali che hanno influenzato, e purtroppo continuano a influenzare, la nostra vita di cittadini e di cooperatori. Tra i tanti accadimenti che hanno costellato lo scorso anno, tre mi sembrano particolarmente significativi per ciascuno di noi, per la nostra cooperativa e per il sociale a cui ci dedichiamo. Quattro date che descrivono il mondo che ci è toccato in sorte di abitare: conflitti tra gli imperi, crisi climatica globale, repressione dei più elementari diritti umani, nuove frontiere:
- Il 24 febbraio è la data di inizio dell'invasione russa dell'Ucraina. I cittadini europei, dimentichi dei sanguinosi conflitti nei balcani e della miriade di guerre combattute in ogni parte del globo, si trovano a fare i conti, dopo 78 anni, con uno scenario bellico al centro del continente, con tutto il corollario di città bombardate, massacri di civili, con le sofferenze e le crudeltà che accompagnano ogni conflitto;
- Il 22 agosto, il rapporto dell’Osservatorio globale sulla siccità certifica che l’Europa è colpita dalla più grave siccità degli ultimi 500 anni;
- Il 16 settembre viene uccisa in Iran Mahsa Amini, per aver infranto la legge islamica sul velo. L'evento scatena una serie di proteste, la cui violenta repressione da parte delle autorità causa oltre 200 vittime, centinaia di feriti e oltre 1.500 arresti;
Di fronte a quello che i sociologi chiamano “fatti sociali totali e globali”, mi sono immedesimata in una adolescente contemporanea. Non importa se italiana, europea o africana. Non importa perché questa generazione alfa mondiale, a dispetto di quanto viene propagandato da chi pensa di costruire iniqui cancelli sul mare migratorio, si assomiglia. Si assomiglia nel desiderio di poter crescere in un mondo vivibile. Noi che ci occupiamo, tra le altre cose, di migranti, lavoro gravemente sfruttato, accoglienza di minori non accompagnati, di persone che usano droghe, di questioni giovanili, di politiche urbane, lo sappiamo bene.
La nostra cooperativa, insieme a queste generazioni globali, si trova ad affrontare le sfide inedite sopra riportate, che mettono in serio rischio la vita e le antropologie di noi tutti. Non deve essere facile costruire la propria identità, ricercare una propria collocazione in un mondo che normalizza la guerra, che si preoccupa più dei vetri delle cornici delle opere d’arte, piuttosto che del destino del pianeta, che accetta la violenza di genere e di ogni genere, le disuguaglianze e la morte in mare di migliaia di umani come se fossero causate da eventi non antropici, come se le cause non fossero connesse al modello di sviluppo scelto dall’occidente capitalistico. I giovani di cui parliamo, spesso si confrontano con adulti abituati a guardare con sufficienza alle loro rivendicazioni, sufficienza che trasforma atti di opposizione a uno sviluppo ritenuto insensato in crimini da codice penale. La riflessività del mondo adulto sembra aver raggiunto i minimi storici. Noi, dal nostro canto, abbiamo affrontato la pandemia con fatica e responsabilità, non mancando al nostro compito di essere vicini e solidali con i nostri utenti: con la stessa determinazione, continueremo a “fare sociale”, per raggiungere quella felicità collettiva possibile che rappresenta il nostro orizzonte di senso. Parsec, nonostante tutto, cresce e nel 2022 abbiamo: ampliato il nostro CDA, avviato il processo per l’ingresso di nuovi soci, aggiudicato nove nuovi progetti, aggiunti due nuovi ambiti (l’affidamento familiare e MGF - le mutilazioni genitali femminili). Inoltre, il settore della progettazione è divenuto oggetto di riflessione e autoformazione, coinvolgendo tutte le aree della cooperativa. Infine, siamo stati presenti, con passione e professionalità riconosciuta, in tutte le reti che abitiamo e in tutte gli eventi nazionali dove si è lavorato per il miglioramento delle politiche pubbliche che ci riguardano, non ultima la Conferenza Nazionale sulle Droghe di Genova e il successivo Pand, Piano Nazionale Dipendenze.
Con questo patrimonio, umano e ideale, abbiamo comunque continuato a misurare a piedi la città, come impone la nostra precisa e senz’altro impegnativa scelta di campo.
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